
RECUPERO DELL’ANIMA
Nella visione sciamanica l’anima ha il compito di evolversi spiritualmente attraverso le varie incarnazioni e le prove che si trova ad affrontare. Ogni volta che ci incarniamo abbiamo una missione da svolgere, ovvero un compito che scegliamo prima di venire al mondo. Ogni volta che portiamo a compimento il nostro progetto di vita è come se salissimo un gradino nella scala della nostra evoluzione spirituale, quando invece non ci riusciamo rimaniamo fermi. A volte è possibile perfino indietreggiare di uno o più gradini, poiché può capitare di smarrirsi del tutto nel corso di un’esistenza.
Nella visione sciamanica l’essenza incorporea dell’uomo ha un triplice aspetto che si suddivide in Anima, Sé Superiore e Spirito.
L’Anima abita il corpo fisico e fa esperienza di tutti gli aspetti della vita. La sua sede è posta nella parte più alta del corpo, ovvero dal chakra del cuore al chakra della corona. L’anima si esprime attraverso l’amore, i sentimenti e la compassione (chakra del cuore), nonché attraverso la parola e il respiro (chakra della gola). Quando il corpo muore l’anima esce dal suo involucro proprio attraverso il respiro. Non a caso esiste il detto “esalare l’ultimo respiro” come sinonimo di morire. Il respiro è influenzato anche dal nostro stato d’animo: quando siamo stressati e nervosi respiriamo in modo veloce e superficiale, mentre quando siamo completamente rilassati adottiamo spontaneamente una respirazione lenta e profonda.
L’intuizione, la visione e l’immaginazione (chakra del terzo occhio) sono altre manifestazioni dell’anima, così come il pensiero inteso come l’elemento primario della creazione (chakra della corona).
Un altro aspetto dell’essenza spirituale dell’uomo è il Sé Superiore, distaccato dal corpo e dalla materia, ma completamente consapevole del progetto che l’anima ha scelto per la sua incarnazione. Il Sé Superiore ha sede nell’ottavo chakra che, secondo la visione dei Laika, è posto a circa cinquanta centimetri sopra la testa. Entrare in contatto con il nostro Sé Superiore ci permette di ricevere preziose informazioni riguardanti la nostra missione nel mondo e i motivi delle prove più dure che dobbiamo affrontare lungo il nostro cammino. È il Sé Superiore a decidere quando l’anima deve finire il suo viaggio e disincarnarsi. Se l’anima si smarrisce, al punto di non riuscire più a portare a compimento il suo progetto, il Sé Superiore la richiama a sé provocando la morte fisica. In alternativa può essere concessa un’ultima possibilità sotto forma di una grave malattia fisica. La malattia è un segnale molto forte che ci indica che stiamo andando nella direzione sbagliata. Se riusciamo a comprendere la lezione che si cela dietro il male avviene la totale guarigione, in caso contrario l’anima abbandonerà il corpo e continuerà il suo viaggio attraverso altre esperienze. È per questo che le persone che sopravvivono a malattie potenzialmente mortali sostengono di aver imparato moltissimo durante il loro calvario. Alcuni di loro stravolgono totalmente la loro vita prendendo finalmente consapevolezza che l’esistenza che conducevano prima che si ammalassero non li rendeva né felici né realizzati. Il Sé Superiore può richiamare l’anima a sé e provocare la morte fisica anche nel caso in cui il progetto divino sia stato compiuto. Ciò avviene perché l’anima ha bisogno di continuare il suo processo evolutivo attraverso altre esperienze.
L’aspetto più “alto” dell’essenza incorporea dell’uomo è lo Spirito che, secondo la visione dei Laika, abita il nono chakra, posto oltre la volta celeste. Il nono chakra connette tutti gli esseri viventi del pianeta ed è anche chiamato Grande Spirito, ovvero il creatore supremo dell’universo. Ognuno di noi è un frammento del Grande Spirito. Prendere consapevolezza del nono chakra vuol dire scoprire che siamo tutti collegati, siamo uno, nonché frammenti e manifestazioni della creazione divina.
Solo pochissime persone nella storia dell’umanità sono riuscite ad entrare in comunione con lo Spirito, poiché riuscirci equivale a manifestare immediatamente ciò che desideriamo, con la sola forza dell’intento. I miracoli compiuti da Gesù sono un esempio del potere dello Spirito. Entrando in comunione con la matrice divina del Grande Spirito, Gesù riusciva a guarire gli infermi, risuscitare i morti e a camminare sulle acque. Per raggiungere questo livello di evoluzione spirituale è fondamentale aver trasceso l’ego e gli inganni illusori del mondo materiale. Ciò vuol dire abitare contemporaneamente i due piani dell’esistenza: il mondo della materia e il mondo dello Spirito, impresa che potrebbe rendere pazzo anche l’uomo mentalmente più sano.
È importante precisare che l’anima è l’unica parte di noi che può essere guarita. Il Sé Superiore e lo Spirito non hanno bisogno di essere risanati poiché sono del tutto immuni dalle sofferenze terrene. Solo l’anima sperimenta la vita in tutti i suoi aspetti: piacere, dolore, gioia, sofferenza, ecc. e per questo può subire dei duri colpi lungo il corso di un’esistenza. A causa della sofferenza vissuta a seguito di eventi traumatici, l’anima può spezzarsi e alcune sue parti possono decidere di abbandonare il corpo rimanendo a vagare nel mondo di mezzo. In questi casi è necessario l’intervento di uno sciamano che vada alla ricerca dei vari frammenti di anima per riportarli al legittimo proprietario.
Nella visione sciamanica le sofferenze, i traumi, i lutti, gli incidenti e tutte le situazioni molto dolorose, possono causare la perdita di uno o più frammenti di anima. Per spiegare meglio questo concetto porto sempre l’esempio di un cristallo che, se fatto cadere, può spezzarsi in più pezzi perdendo parti di sé. Sono quindi i colpi della vita che causano la scissione dei frammenti di anima.
Sintomi della perdita dell’Anima :
- Senso di separazione dal corpo, come se si osservasse la propria vita dall’esterno.
- Depressione cronica.
- Perenne senso di vuoto interiore.
- Salute eccessivamente cagionevole.
- Apatia.
- Soffrire di una forma di dipendenza patologica, come dipendenza da droghe, cibo, alcol, ecc.
- Sindrome della personalità multipla.
La perdita dell’anima può persino portare a un cambio della personalità. Per esempio, persone che da giovani erano molto socievoli, espansive e gioviali possono ritrovarsi ad essere degli adulti introversi, schivi e diffidenti. Un sintomo così eclatante può manifestarsi perché, quando una parte di noi si separa dalla nostra essenza porta via con sé delle qualità, del potere personale e dell’energia che ci appartengono.
La psicologia riconosce la perdita dell’anima come la sindrome dissociativa dell’identità. Secondo gli psicoterapeuti alcuni eventi traumatici possono essere talmente dolorosi da scatenare nell’individuo un meccanismo di difesa che lo porta a separarsi dalle parti di sé che sono state colpite. Questo processo viene messo in atto per riuscire a superare lo shock più rapidamente. È infatti la parte lesa dell’io che viene sacrificata per permettere all’individuo di andare avanti. La sindrome dissociativa della personalità, così come la perdita dell’anima, può causare persino amnesia, rimuovendo il ricordo totale, o parziale, dell’evento traumatico. Per questo motivo molte vittime hanno difficoltà a ricordare i dettagli di un incidente, di uno stupro o di un’aggressione. Questo avviene perché il frammento di anima che fugge dal corpo porta via con sé parte della sofferenza emotiva e parte del ricordo dell’evento stesso.
Il Recupero dell’Anima è una pratica molto diffusa nelle varie culture sciamaniche. Presso i Buriati della Siberia, l’anima viene ricondotta nel corpo del malato attraverso un filo rosso che collega un albero di betulla a una freccia disposta all’interno della yurta del guaritore. Durante la cerimonia lo sciamano invoca più volte l’anima del suo cliente supplicandola di tornare a casa. Presso i Ciuckci della Siberia nord-orientale lo sciamano recupera l’anima del malato attraverso un viaggio estatico dove chiede aiuto ai suoi spiriti alleati. Presso i Paviotso, situati nello stato del Nevada negli Stati Uniti d’America, lo sciamano evoca i suoi spiriti aiutanti attraverso dei canti di potere che vengono canalizzati sul momento. Questi canti sono delle vere e proprie nenie prive di parole, melodie monotone e ripetitive che aiutano il guaritore ad accedere a uno stato di espansione della coscienza. Quando lo sciamano entra in contatto con i suoi spiriti aiutanti va insieme a loro alla ricerca dell’anima del malato per ricondurla a casa.
Anche se la tecnica di recupero dell’anima può cambiare in base alla zona geografica, non possiamo ignorare il fatto che questa forma di guarigione spirituale sia presente in molte culture sciamaniche. In questa sede vi esporrò la tecnica utilizzata nello sciamanesimo transculturale che ho appreso dall’antropologo Michel Harner. Nei prossimi paragrafi vi illustrerò nel dettaglio come procedere per eseguire questa potente guarigione su di voi o su altre persone. Come ho già detto in precedenza, leggere questo testo ha il solo scopo di diffondere una conoscenza antica che rischia di venire sepolta nelle sabbie del tempo. Per diventare degli sciamani occorre, non solo avere un’innata vocazione, ma studiare e seguire un lungo apprendistato. Questo libro può mostrarvi la via, ma non vi esime dal percorrerla. Vi esorto a considerare la figura dello sciamano con la stessa serietà che dareste a quella del medico. Non a caso lo sciamanesimo viene anche chiamato “la prima medicina”. Come tutti sanno, prima di poter esercitare, un medico deve dedicarsi ad anni di studio, superare numerosi esami e specializzarsi nel campo che sceglie. Allo stesso modo gli sciamani nativi aspettano anni prima di effettuare guarigioni ai membri della comunità, anni in cui seguono un faticoso e intenso apprendistato sotto la guida di un Maestro. La fase di studio e sperimentazione non è solo necessaria, ma dimostra anche l’importanza e la sacralità che viene data al ruolo dello sciamano.
Estratto dal libro Guarigione Sciamanica di Giosuè Stavros