“Le istituzioni, nella maggior parte dei casi, hanno la funzione di tutelare e proteggere i propri componenti, nonché di garantire l'<<ordine>> sociale. Tutto questo è positivo poiché riflette l’innata attitudine degli uomini a collaborare tra loro per il bene comune. Purtroppo, a volte, a capo delle istituzioni si trovano dei leader il cui unico scopo è quello di accrescere il proprio potere. La storia è piena di tiranni che hanno distrutto interi popoli per soddisfare il loro delirio di onnipotenza. Uno degli esempi più atroci è Adolf Hitler, che sterminò milioni di ebrei e diede inizio alla seconda guerra mondiale. Hitler poté mettere in atto il disegno scellerato perché riuscì a creare un movimento politico che ingannò il popolo tedesco: il nazionalsocialismo. Come leader di questa organizzazione, nel 1934, si attribuì il titolo di Führer e fu nominato Cancelliere del Reich, acquisendo, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, poteri illimitati. Hitler riuscì a commettere i suoi crimini indicibili grazie all’appoggio del popolo tedesco: senza questa rete di sostegni, non sarebbe mai riuscito ad attuare i suoi intenti.

E’ importante avere la consapevolezza che far parte di un’istituzione vuol dire condividere i principi e le regole. Per questo motivo è fondamentale far ascoltare la nostra voce quando non riconosciamo più tali principi. Se non lo facciamo smettiamo automaticamente di ascoltarci e iniziamo a seguire la corrente, ignari che questo processo ci farà perdere il contatto con noi stessi”.